5 dicembre 2012 - La Corte di Giustizia europea approva il
ricorso presentato dal nostro paese contro la sentenza che due anni avallava l’ingiusta
norma che consentiva di pubblicare i bandi europei unicamente in tre lingue:
tedesco – inglese - francese.
La Corte ha confermato con grande democrazia e equità, che
tutte le ventitré lingue Ue hanno un valore paritario ed ufficiale presso
l’Uninione.
La « scandalosa » pubblicazione da parte dell’Epso sulla
Gazzetta Ufficiale dell’UE, risalente al 2007 riguardava la pubblicazione di un
gran numero di bandi di concorso
unicamente redatti in tre lingue: tedesco – inglese - francese. Con essi si
richiedeva la conoscenza approfondita di una delle ventitré lingue e
l’altrettanto ottima conoscenza di tedesco o inglese o francese, lingue in cui
si sarebbero svolti gli esami preliminari e le prove scritte dei concorsi.
Con la massima efficacia, l’Italia ha contestato tale
procedura e la mancata pubblicazione integrale dei bandi nelle lingue ufficiali
diverse da inglese, francese e tedesco; ha inoltre rifiutato la limitazione
nella scelta della seconda lingua al « trio » precedentemente citato per
partecipare ai concorsi, comunicare con l’Epso ed effettuare delle prove.
Costituzionalmente, infatti, il regime linguistico dell’Ue
definisce come lingue ufficiali e di attività presso le istituzioni tutte le
ventitrè lingue attuali dell’Unione, che la Gazzetta ufficiale deve essere pubblicata in tutte le lingue
ufficiali e che i bandi di concorso generali devono essere presenti sella
Gazzetta ufficiale. Alla luce di tali inconfutabili elementi è stato
recentemente sentenziato che «l’applicazione di tali regole implichi che i controversi
concorsi avrebbero dovuto essere pubblicati integralmente in tutte le lingue
ufficiali».
Il Ministro per gli Affari europei italiano E. Moavero
Milanesi ha commentato con soddisfazione questo importante successo giuridico,
aggiungendo che “Con la sentenza della Corte di giustizia dell’UE sul regime
linguistico dei concorsi pubblici, il nostro Paese consegue un’importante
vittoria”, ricordando poi come “l’Italia sia fortemente impegnata
nell’affermare il principio e il valore del multilinguismo e nella tutela della
lingua italiana nell’UE », in contrasto alle manovre che tendono a favorire le
tre lingue « egemoni », provocando una penalizzazione dei cittadini di
madrelingua diversa”.
A
qualche giorno di distanza è seguita la gaffe del video commemorativo
realizzato per celebrare il Nobel per la Pace assegnato all’Europa: l'Italia
totalmente dimenticata! Ma è stata solo una svista?
8 dicembre 2012 –
Un’ulteriore cantonata storica da parte del Consiglio dell'Ue, che ha
«dimenticato» il ruolo dell'Italia come Paese fondatore ed ha provocato un caso
diplomatico con protesta ufficiale da parte del ministero degli esteri
italiano, seguito ovviamente dalle pronte scuse della direzione
dell'istituzione europea.
Politicamente, l’accaduto ha rinfocolato le polemiche sulla
sottovalutazione dell'Italia in Europa, in verità a pieno titolo tra i principali contribuenti
netti al bilancio Ue, mentre sono in corso delicate trattative economiche dove
i diritti italiani rischiano di essere in parte calpestati dai soliti stai
egemoni e parassiti.
Il caso sorge dalla produzione di un video per la consegna
del Premio Nobel per la Pace all’UE, in programma proprio oggi a Oslo.
In genere queste iniziative vengono controllate con estrema
perizia geopolitica proprio per non colpire la suscettibilità di alcuni Paesi
membri. Francia - Germania - Regno Unito si infuriano quando ritengono
trascurati loro interessi nazionali di ogni natura e dimensione.
Nella prima versione del video in questione, con grande
stupore, era stato del tutto dimenticato il Trattato di Roma del 1957 che ha sanciva
la nascita della Comunità e alcuni dei padri fondatori : E. Rossi, A. Spinelli
e A. De Gasperi.
Al contrario, nel polpettone commemorativo sfilavano non
certo esempi di virtu’ come il premier
britannico Winston Churchill (convinto antisemita), il presidente François
Mitterrand (che negli hanni ottanta aveva dato asilo politico a
terroristi/assasini ricercati a livello internzionale come Cesare Battisti) ed
altri....
La diffusione del video ha così provocato un crescendo di
proteste sul Web. La delegazione diplomatica presso l'Ue conscia di quanto
siano importanti questi episodi marginali per il posizionamento in trattative
Ue di ben altra rilevanza, ha esteso sua la protesta ufficiale al Consiglio.
Dopo poche ore “magicamente” è riapparsala memoria storica
ed è stato confezionato il nuovo filmato con l'aggiunta di immagini di De
Gasperi e del Trattato di Roma.
Nessun commento:
Posta un commento